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1020 Mission Street South Pasadena 91030 (CA)

Orari di Apertura

Lunedì: Chiuso
Martedì: 4PM-10PM
Mercoledì: 4PM-10PM
Giovedì: 4PM-10PM
Venerdì: 4PM-10PM
Sabato: 12PM-10PM
Domenica: Chiuso

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Galleria D'Arte

Francesco la Rosa

BIOGRAFIA

Francesco La Rosa è un artista contemporaneo che utilizza materiali e strumenti insoliti per creare le sue opere. Si è specializzato nella tecnica della micro-incisione, ottenuta graffiando millimetro dopo millimetro grandi tele di pelle con bisturi e coltelli. Nato a Catania, in Sicilia, fin da bambino ha coltivato la passione per l’arte e per i coltelli multiuso. Il suo grande talento lo ha portato, in adolescenza, a iscriversi all'Istituto d'Arte di Catania. Durante gli studi si è appassionato, come molti altri, alle grandi personalità artistiche da cui trae ispirazione, tra cui Rembrandt, Leonardo Da Vinci, Canaletto, Caravaggio e Salvador Dalì.

Parallelamente, ha continuato a collezionare coltelli, senza sapere quale uso ne avrebbe fatto in futuro. Ha lavorato come fotografo, tatuatore, restauratore d’arte e infine come brand designer di album fotografici. La scintilla che ha acceso la sua creatività e lo ha portato a realizzare le sue attuali opere è arrivata nel 2013, durante l'incisione su pelle per un lavoro commissionato. Per caso, ha scoperto che poteva utilizzare i suoi amati coltelli per ottenere un effetto mai visto prima. Da quel momento ha iniziato uno studio approfondito di questa nuova tecnica, mettendola al servizio della sua arte.

Ha esposto in chiese ed è stato invitato a importanti eventi come la Fashion Week e Linea Pelle, collaborando con brand di moda esclusivi e marchi di fama internazionale. È stato pubblicato su diverse riviste e giornali, tra cui Ansa, e continua a farsi conoscere anche in America, grazie all’invito alla prossima expo di Los Angeles, dove è stato apprezzato da numerosi collezionisti e galleristi internazionali.

Il segreto di questa nuova tecnica risiede in una forte filosofia: trasmettere il vero concetto di rinascita. Lavorare la pelle con questa tecnica non lascia margine di errore, poiché è impossibile cancellare e non si possono realizzare schizzi preparatori.


Gianna Bianchi

BIOGRAFIA

Una mia amica, parlando di me, dice sempre: "Deve essere nata in un tubo di colori!" In effetti, la mia famiglia è composta da artigiani, decoratori e pittori da molte generazioni. Il mio bisnonno era un decoratore e mio nonno, dopo aver frequentato l'Istituto d'Arte di Firenze a Porta Romana nei primi anni '20, ha lavorato come copista in una delle più importanti gallerie antiquarie dell'epoca. Mio nonno, Altero, ha trasmesso la passione per la pittura a mio padre, Ricardo, che si è diplomato al Liceo Artistico di Firenze. Nel 1961, insieme, hanno aperto la loro bottega, Bottega Bianchi.

Seguendo le orme della mia famiglia, ho frequentato anch'io l'Istituto d'Arte di Firenze (Porta Romana) dal 1978 al 1983, e l'anno successivo sono entrata nell’attività di famiglia. Come molti artigiani fiorentini, il mio lavoro è anche la mia passione. Senza dubbio, vivere in una città d'arte come Firenze, circondata da colori e pennelli, ha influenzato profondamente la mia scelta di dedicarmi a questa professione. Dopo il pensionamento di mio padre nel 2010, ho rilevato l’attività della Bottega Bianchi, diventandone Direttrice, proprietaria e unica artista.

Molti pensano che la capacità di dipingere sia un dono, e poiché ho avuto la fortuna di riceverlo, per me è un piacere dar vita alle idee dei miei clienti, che mi commissionano dipinti artisticamente invecchiati. La caratteristica distintiva delle mie opere è proprio il loro aspetto antico, ottenuto grazie a una speciale miscela di gesso e colla stesa sulla tela, per poi essere dipinta seguendo le tecniche dei grandi maestri del Cinquecento.

Da qualche tempo mi sono trasferita nel cuore del Chianti, a San Casciano Val di Pesa, un borgo affascinante con un centro storico suggestivo e un interessante Museo di Arte Sacra, che vale la pena visitare. Nonostante il profondo legame con Firenze, la mia città natale e una delle più belle città storiche e artistiche del mondo, vivere tra le colline verdi, ricoperte di vigneti e uliveti, è oggi la mia più grande fonte di ispirazione. Spero di trasmettere questa bellezza attraverso i miei dipinti, soddisfacendo così i desideri dei miei clienti.


Christian Maccioni

IL SIGNIFICATO DELLE SUE OPERE

mekarts è un concetto che mira a promuovere un'idea di arte moderna incentrata sul recupero e il riutilizzo dei rifiuti. I materiali utilizzati per la realizzazione delle opere sono interamente recuperati da scarti di ferro.

Con l’avanzare dell’età, la pelle di una persona si riempie di rughe, i capelli ingrigiscono e le articolazioni si irrigidiscono. Allo stesso modo, una scultura in ferro, esposta agli agenti atmosferici, subisce una trasformazione graduale che può essere paragonata a un processo di invecchiamento. Così come le linee sottili segnano il volto di una persona anziana, la ruggine inizia a comparire sulla superficie della scultura. Questi segni rossastri sono come rughe, una testimonianza del passare del tempo. Man mano che la scultura arrugginisce, può perdere il suo originario splendore e colore, simboleggiando un declino della vitalità e l’attenuarsi dell’energia giovanile che un tempo possedeva.

Nonostante i segni dell’invecchiamento, la scultura può anche subire una trasformazione. La ruggine può creare motivi intricati e texture, aggiungendo profondità e carattere. In questo modo, la scultura può essere vista come un’opera che acquisisce una bellezza unica, frutto dell’esperienza e del tempo. In questa visione antropomorfa, l’arrugginimento di una scultura in ferro diventa una metafora del processo di invecchiamento, un percorso inevitabile ma al tempo stesso trasformativo.


Hector&Hector

BIOGRAFIA

Hector&Hector, nato negli anni '60 nella terra un tempo parte dell'Impero Romano d'Oriente, è stato attratto dall'arte fin dalla giovane età, studiando pittura da autodidatta mentre aiutava suo padre con idee rivoluzionarie per l’epoca nella cultura bizantina. Dopo aver studiato teatro, arte sperimentale e fotografia, ha esplorato anche l’acrobatica ed è stato influenzato dalla Scuola di Parigi. Il suo percorso artistico lo ha portato ad avvicinarsi al Dadaismo e successivamente alla Pop Art, traendo ispirazione da artisti come Andy Warhol, Roy Lichtenstein e Keith Haring.

Negli anni 2000, Hector&Hector ha iniziato a sviluppare un proprio manifesto artistico, promuovendo la libertà di ricerca ed espressione al di là degli schemi artistici tradizionali. Nel 2009 ha co-fondato il "Gruppo 50" e si è dedicato all'arte del riciclo, realizzando installazioni pubbliche con materiali di scarto industriale. La sua filosofia, denominata "New Word Art", ispirata al concetto eracliteo della vita come flusso, mira a trascendere le nozioni tradizionali di arte e a creare uno spazio di metamorfosi e trasformazione.

Attualmente, Hector&Hector vive tra Italia, Ungheria, Francia e Inghilterra, continuando a sviluppare nuovi cicli di lavoro, come quello dedicato ai simboli e al colore, seguendo il tema della sua precedente opera No Terra.


Violetta Carpino

BIOGRAFIA

Violetta Carpino, nata a Roma nel 1991, è una pittrice e artista diplomata presso l'Accademia di Belle Arti di Roma nel 2014. Ha esposto le sue opere in eventi prestigiosi come Spoleto Arte, a cura di Vittorio Sgarbi, e ha disegnato la medaglia della Maratona di Roma 2017. Ha inoltre realizzato scenografie per i tour di Cristiano De André nel 2016 e 2017. Violetta ha partecipato a numerosi festival internazionali di street art e mostre collettive, tra cui Graffitea a Valencia e Serpis Urban Art Project in Spagna.

All'inizio della sua carriera, ha vinto il concorso Shopping Bag 2011 e il premio Fidia – Arti Figurative e Plastiche nel 2012. Oltre alle sue esposizioni, ha condotto corsi di pittura e lezioni private. Il suo percorso artistico è guidato dal suo mentore, il professor Roberto Dottorini. Le sue opere esplorano temi di intimità e sincerità, trasmettendo la sensibilità femminile, e sperimenta con diversi mezzi espressivi mantenendo una coerenza con il suo stile pittorico.


MYFO

BIOGRAFIA

Marco Michelini, in arte Myfo, nato nel 1978 a Genova, ha iniziato la sua carriera come stilista di moda, fornitore per yacht e interior designer. La sua identità artistica è emersa nel 2006 con la creazione di una figura di bandito, divenuta centrale nella sua arte. Il suo lavoro esplora spesso la complessità dei criminali e i simboli della società.

Nel 2018, Myfo si è avvicinato all’arte figurativa, ispirandosi a Warhol e Rotella. Dopo essere stato scoperto da un gallerista, la sua arte ha ottenuto riconoscimento, portandolo a esporre in luoghi prestigiosi come Monte Carlo. Celebrità come Paris Hilton hanno apprezzato le sue opere, contribuendo ad accrescerne la fama.

Pensiero Filosofico

Myfo vede il banditismo come una metafora della vita moderna, rappresentando le lotte sociali attraverso opere vibranti e dinamiche. Esplora la tensione tra la luminosità superficiale e il dramma sottostante della mancanza di direzione nella società.

Tecnica

Myfo utilizza un mix di collage, poster originali del cinema e resina, aggiungendo strati e lacerazioni per creare esperienze tattili e intime. Le sue opere, arricchite da colori reattivi ai raggi UV, offrono due esperienze visive distinte. Critica l’ossessione della cultura pop per la fama e il denaro, affermandosi come leader di un movimento artistico colorato e fluorescente.


Koistancil

IL SIGNIFICATO DELLE SUE OPERE

La passione per la street art e le sue molteplici tecniche lo ha avvicinato al mondo dello stencil. I suoi preferiti sono gli stencil multistrato. Attraverso tagli precisi e ben calcolati, dipinge principalmente ritratti, primi piani ed espressioni particolari di persone o animali che lo colpiscono nella vita quotidiana.

Oltre a varie mostre personali e collettive, negli anni ha avuto l'opportunità di collaborare a importanti progetti di aziende internazionali come Disney, 20th Century Studios e RedBull.

La sua tecnica è in continua evoluzione, così come la passione che lo spinge ogni giorno a sperimentare, perfezionare il suo modo di dipingere e approfondire la propria ricerca artistica.

Koi trasforma gli aspetti più duri delle città metropolitane in opere d’arte contemporanea, mescolando la vitalità della street art con la profondità concettuale dell’arte contemporanea. Con un approccio innovativo, il suo lavoro crea un dialogo vibrante tra gli elementi urbani e i contesti artistici più tradizionali, generando un insieme di stimoli visivi e concettuali che sfidano e arricchiscono il nostro modo di percepire l’arte e la polis.


Emilio Cavallini

BIOGRAFIA

Emilio Cavallini nasce a San Miniato, Pisa, nel 1945. A metà degli anni Sessanta si immerge nelle sue più grandi passioni: la moda e l’arte, dando vita a un lavoro innovativo e originale. Alla fine degli anni Sessanta si trasferisce a Londra, dove collabora con Mary Quant per le sue collezioni di calze. Emilio Cavallini reinventa il concetto di collant, ispirandosi all’arte contemporanea e trasformando le calze in un accessorio elegante che ridefinisce l’immagine della donna.

La sua carriera di designer lo porta a entrare in contatto con ambienti artistici, in particolare negli Stati Uniti. Mentre ottiene riconoscimenti nel mondo della moda, inizia anche a creare opere significative per coltivare il proprio interesse personale per l’arte. Nel 2010 decide di dedicarsi esclusivamente all’arte e di condividerla pubblicamente.

Emilio Cavallini utilizza materiali non convenzionali, come filati di nylon, tessuti stampati, i suoi stessi collant e rocchetti di filo, tutti elementi presi in prestito dall’industria della moda. La sua ricerca artistica si basa sulla geometria e sulla matematica, con elementi come punti, linee, quadrati, triangoli e cerchi disposti in uno spazio tridimensionale. Le sue opere seguono principi di combinazioni, permutazioni, algoritmi di crescita e le più recenti teorie matematico-geometriche, riflettendosi nei titoli delle sue creazioni.

Il percorso artistico di Cavallini si inserisce nei grandi movimenti artistici della seconda metà del XX secolo, come l’Arte Cinetica e l’Arte Generativa. Il suo viaggio artistico è raccontato nel libro Magnificent Obsession, curato da Benedetta Barzini e pubblicato da Skira.


Fedeblues

BIOGRAFIA

Sono un’artista mancino e, nel 2008, sono stato colpito principalmente sul lato sinistro e successivamente nella vista. Quando la mia mano più preziosa, quella con cui dipingevo e disegnavo, ha smesso di funzionare come un tempo, mi sono chiesto come avrei potuto continuare. È diventata una sfida artistica e di vita. Tuttavia, ho capito che il vero problema per me sarebbe stato non avere più nulla da dire. Dopo una lunga crisi, la curiosità e il desiderio di reimparare si sono riaccesi, nonostante tutto.

La mia vita artistica e professionale è cambiata e, sotto molti aspetti, potrebbe persino essere migliorata. Ho acquisito una consapevolezza a cui non ero abituato, diventando un principiante di nuovo, con una cassetta degli attrezzi piena di strumenti magici che solo noi possiamo usare. Ne avrei fatto volentieri a meno, soprattutto per chi mi sta vicino, ma se non fosse stato per la sclerosi multipla, molte cose non le avrei mai comprese. Ho sempre avuto difficoltà a imparare senza ricevere uno schiaffo in faccia.

Dopo aver perso il lavoro e la passione di una vita, ho trovato qualcosa di molto più importante: la forza di ricominciare ogni giorno, senza vergognarmi di una diversità che non ho scelto, ma che ridefinisce continuamente la misura dei miei limiti, cercando di non trasformarli in scuse per le mie debolezze. Oggi divido il mio tempo tra la ricerca artistica e l’insegnamento, aiutando i giovani a scoprire i superpoteri nascosti tra le pieghe della diversità. Più che "chi ero", ciò che mi mancava era non rendermi conto di "chi sono", cercando l’artista e la versione migliore di me stesso, anche solo con uno smartphone in mano.


Kocore

BIOGRAFIA

Kocore è una contrazione insolita di due parole: col cuore. Questo nome riflette la dedizione dell’artista al suo lavoro, dove ogni linea tracciata o intagliata è intrisa di passione. Esprime la sua incessante ricerca della perfezione geometrica, un'impresa ardua quando si lavora con il ritaglio della carta, ma un obiettivo a cui ha sempre aspirato.

Inizialmente, il suo stile era caratterizzato da immagini dai contorni netti, ma il destino—o forse una scelta consapevole—lo ha portato a concentrarsi sulle linee. Queste, siano esse geometriche o caotiche, riempitive o vuote, circolari o rette, sono diventate la sua firma artistica.

Dal 2013, anno di inizio del suo percorso, Kocore ha lasciato tracce della sua arte in numerose città, tra cui Roma, Perugia, Bologna, Milano, Genova, la Sardegna, Buenos Aires e Kaiserslautern. Attraverso forme e strutture in continua evoluzione, esplora la coesistenza tra il pieno e il vuoto, intrecciando significato e intensità in ogni creazione che lascia dietro di sé.


Beetrootart

BIOGRAFIA

Nato a Roma nel 1974, Riccardo Rapone, conosciuto artisticamente come Beetroot, è emerso come una figura di spicco nella scena internazionale della street art dal 2009. Riconosciuto per la sua maestria tecnica e l'impatto potente delle sue opere, l’arte di Beetroot si esprime sia su tela che sui muri urbani, incarnando la sua filosofia di “libertà creativa”. Crede nel potere trasformativo dell’arte per coinvolgere il pubblico, vedendo ogni opera come un dono alla comunità, capace di stimolare il pensiero, ispirare e riflettere l’esperienza umana.

Beetroot sperimenta con materiali come spray acrilici e intonaco, spesso utilizzando strumenti come trapani per creare opere materiche ed evocative. I suoi lavori affrontano temi di critica sociale, espressione poetica e introspezione, spingendo gli spettatori a mettere in discussione le convenzioni e riflettere sulle proprie percezioni. Ha esposto in spazi come la Mondo Bizzarro Gallery di Roma e la Graffik Gallery di Londra, ma la sua arte trova la sua vera essenza negli spazi pubblici di Roma, dell’Europa e oltre, dialogando direttamente con il paesaggio urbano.

Per Beetroot, la street art va oltre il concetto di "bello" o di opera museale convenzionale. La sua arte trasforma i muri delle città in narrazioni di resilienza, valorizzando gli spazi urbani e contrapponendosi al degrado del graffitismo privo di significato. Con la sua dedizione, Beetroot promuove una visione della street art come voce di rinnovamento, passione e consapevolezza—un nuovo percorso nell’arte contemporanea che invita tutti a un dialogo che supera i confini delle gallerie tradizionali.


Massimo Giorgi

BIOGRAFIA

Massimo Giorgi è un pittore contemporaneo italiano. Nelle sue opere, gesti, segni e linee diventano tracce vibranti di colore, creando figure e sfondi che pulsano e interagiscono. Il suo uso del colore si comporta come un organismo vivente, generando un dinamico scambio visivo ed emozionale con ogni pennellata. Piuttosto che esprimere idee o dichiarazioni esplicite, i dipinti di Giorgi catturano correnti emotive sottili che risuonano a livello sensoriale. Il suo approccio, spontaneo ma intellettualmente sofisticato, riflette un profondo percorso culturale, plasmato da un impegno costante verso le sfide e le esigenze della contemporaneità.

Il lavoro di Giorgi ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Terzo Premio alla Biennale dell’Incisione Città di Monsummano Terme, dove le sue opere sono state esposte accanto a quelle di Giorgio de Chirico e Georges Rouault presso il Museo di Arte Contemporanea e del Novecento in Toscana e presso il Centro Culturale Le Toboggan a Décines-Charpieu, in Francia. Ha inoltre ricevuto riconoscimenti alla 19ª Edizione del Premio di Incisione Fibrenus - Carnello cArte ad Arte presso il Museo Civico di Sora (2005) e il Primo Premio nell’Art-e-Premio Arti Visive Contemporanea, vincendo nella categoria scultura/installazione, tra altri premi.

Nato nel 1976 a Frosinone, Giorgi ha esposto ampiamente sia in Italia che all’estero, con mostre in Francia e Polonia.


Iacoangeli Riccardo


Luca Valerio D'Amico

BIOGRAFIA

Luca Valerio D'Amico è un artista romano la cui passione per la scoperta lo ha spinto a esplorare il mondo in cerca di ispirazione. Il suo percorso creativo è profondamente influenzato dai viaggi, che arricchiscono la sua arte con un intreccio di culture, emozioni e paesaggi internazionali. Le sue opere prendono vita attraverso linee semplici ma espressive, capaci di unire giocosità e raffinatezza. A volte queste linee evocano una spontaneità infantile, mentre in altri casi rivelano un’eleganza classica e ricercata.

L’arte di D’Amico attinge dalle narrazioni vivaci della cultura Urban e Pop, fondendo questi elementi contemporanei con le storie senza tempo della storia dell’arte. Il suo linguaggio artistico è distintamente italiano, costruito con una pianificazione meticolosa e linee precise e nette. L’uso del colore è misurato ma intenzionale, rendendo ogni tonalità protagonista e conferendo alle sue composizioni un fascino unico e coinvolgente. Ogni opera invita lo spettatore a entrare nel suo mondo, dove il moderno e il classico si incontrano in un perfetto equilibrio.

Benvenuti nel mondo di Luca Valerio D’Amico—un luogo in cui l’arte viene reinventata attraverso nuove prospettive, storie ricche di significato e uno stile inconfondibilmente suo.